L’organo Antegnati, un patrimonio che rinasce grazie al restauro promosso dalla famiglia Sironi e alla bellezza del concerto inaugurale nella direzione artistica del Maestro Fabio Poretti con interpreti di grande spessore
Legnano – Un gioiello che torna a risplendere di luce propria, l’organo Antegnati, “il magico polmone che riempie la cattedrale”, citando Victor Hugo, è stato il protagonista del Concerto inaugurale per il suo ritorno nella Basilica di San Magno nella serata di giovedì 27 novembre.
L’evento promosso dalla Parrocchia di San Magno, dalla Gioielleria Sironi, è stato diretto dal Maestro Fabio Poretti, direttore delle Scuole di Musica Paganini e direttore artistico del concerto, il quale ha profuso impegno nel coinvolgere interpreti di grande spessore artistico per mettere in risalto la maestria delle loro esecuzioni e la straordinaria espressività dello strumento.
“Questo concerto si configura come un grande mosaico in cui tradizioni, epoche e stili diversi si riuniscono attorno a un unico elemento centrale: l’organo Antegnati. – ha sottolineato il Maestro Poretti – Ci sono momenti in cui la musica diventa memoria viva, occasione di rinascita e di riscoperta. Il concerto di questa sera nasce proprio da un gesto prezioso: il restauro dell’organo storico Antegnati, affidato alla sapienza artigianale della ditta Mascioni di Azzio, una delle ultime grandi botteghe italiane in cui tradizione, ricerca e amore per il suono si intrecciano in modo mirabile. Restituire voce a uno strumento antico significa restituire vita a un patrimonio che non appartiene solo alla musica, ma alla comunità intera che lo custodisce. Ogni organo storico è una sorta di creatura unica, con un carattere, una fisionomia, una voce irripetibile. Il lavoro di restauro ha permesso a questa voce di tornare a parlare, e il concerto celebrativo diventa così un modo per ringraziarla, accoglierla e ascoltarla di nuovo” – ha evidenziato il Maestro Poretti.
L’organo Antegnati torna a vivere nel suo splendore
Nella bellezza del patrimonio artistico della Basilica di San Magno, un colpo d’occhio splendido cattura l’attenzione. Ai piedi dell’altare spicca l’organo Antegnati, silente dal lontano 1984, e che ha ritrovato di nuovo la sua voce, maestosa, imponente e piena di infinita grazia.
Monsignore Angelo Cairati, Prevosto della Città di Legnano ha riunito il pubblico nella preghiera del Padre Nostro e ha espresso parole di ringraziamenti : “siamo grati alla Famiglia Sironi, che nel centocinquantesimo di attività ha voluto ridare voce all’organo parrocchiale, e alla Conferenza Episcopale Italiana, che con il contributo dell’8×1000 ha reso possibile il completamento dell’intervento. Il “nuovo” organo avrà due scopi principali: animare la liturgia nella Basilica di San Magno e donare alla città stagioni concertistiche di alto livello“. Alla Signora Mariarita Sironi ha donato una preziosa icona bizantina a testimonianza dell’affetto e della gratitudine.
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Ringraziamenti anche da parte del Sindaco Lorenzo Radice: ” è la Città di Legnano che dice grazie alla Famiglia Sironi per questo meraviglioso gioiello che regalate”. Gianmarco Sironi ha a sua volta ringraziato tutti coloro che lo hanno accompagnato in questo percorso: “A nome di tutti desidero ringraziare chi ha avuto l’idea “folle” di restaurare l’organo e l’ha portata avanti a ogni costo: grazie papà”.
Il Concerto ha visto esibirsi interpreti di grande spessore : il Maestro Emanuele Vianelli, organista titolare del Duomo di Milano, la violinista Daniela Zanoletti, prima parte dell’orchestra nazionale della Rai e Docente presso la Paganini, il Tenore Iraniano del coro del Teatro alla Scala Maestro Ramtin Ghazavi, il Maestro Barbara Berlusconi, e all’organo Leonardo Sartori, il Coro Bach, il Coro Jubilate, guidato dal Maestro Paolo Alli e accompagnato all’organo da Costantino Gigi.
Un viaggio musicale di straordinaria bellezza
Ad aprire la serata è stato proprio l’organista M° Emanuele Vianelli, figura di spicco del panorama organistico europeo e organista titolare del Duomo di Milano. La sua sensibilità e capacità di dialogo con gli strumenti storici lo rendono interprete ideale per restituire all’Antegnati la sua luminosa dignità. Una scelta di brani per nulla casuale come Il Carillon di Westminster di Louis Vierne, che nasce da un curioso aneddoto. Vierne aveva annotato a orecchio i celebri rintocchi del Big Ben, ma lo aveva fatto in modo impreciso. Paradossalmente, quella “versione sbagliata” si rivelò musicalmente più efficace e diede origine a una delle pagine organistiche più riconoscibili al mondo, esempio perfetto della monumentalità francese. A seguire il Colloquio con le rondini di Marco Enrico Bossi. Una meditazione poetica, in cui le rondini diventano simbolo di leggerezza spirituale. Infine la Pastorale “Dies est laetitiae” di Pietro Yon, un antico canto natalizio medievale trasfigurato in un clima di luce serena e pastorale, come una sorta di invito alla gioia.
Il Coro Bach, preparato dal Maestro Barbara Berlusconi, con Leonardo Sartori all’organo. Formazione da sempre attenta alla purezza vocale e alla cura della parola sacra, attraversa secoli di musica con un repertorio che dal Medioevo giunge al contemporaneo. Spicca la spiritualità antica con il celebre Veni Veni Emmanuel . Il percorso è proseguito con l’eleganza cristallina dell’O Salutaris Hostia di Gounod, tipico esempio di religiosità luminosa francese. Semplicità miracolosa dell’Ave verum di Mozart, scritto poche settimane prima della morte e considerato uno dei massimi esempi di perfezione nella brevità. A seguire la freschezza ritmica del Surrexit Christus di Pergolesi. Il coro ha dato poi voce al romanticismo raccolto di Rheinberger, alla vivacità moderna di Burrows con il suo Exsultate iusti, e alla gioia pasquale dell’Haec dies di Davinson. A chiudere la sezione, il Regina coeli di Palma, pagina moderna che conserva la dolcezza della tradizione mariana pur parlandone con linguaggio contemporaneo.
Dialogo tra violino e organo: un momento originale di raffinatezza cameristica
Il concerto è proseguito con un momento di grande raffinatezza cameristica: il dialogo tra il violino di Daniela Zanoletti e l’organo di Emanuele Vianelli. Zanoletti, interprete nota per la purezza del suono e il rigore espressivo, si è confrontata prima con la Meditation op. 32 di Glazunov, un brano intriso della malinconia slava tipica del compositore. Scritto in un periodo di grandi cambiamenti personali, sembra quasi un canto interiore che trova nell’organo un sostegno discreto e avvolgente. Il successivo Concerto in Re minore RV 541 di Vivaldi è invece una rarità assoluta: un concerto che pone il violino e l’organo sullo stesso piano, permettendo ai due strumenti di imitarsi e rincorrersi in un gioco barocco di straordinaria brillantezza.
Il Maestro Barbara Berlusconi, interprete colta e sensibile, capace di coniugare rigore stilistico e personalità poetica ha offerto un itinerario dal barocco alla musica contemporanea. La Toccata e Fuga in Re minore BWV 565, universalmente attribuita a Bach. Preludio e fuga op. 37 n. 2 di Mendelssohn ed il brillante ciclo di variazioni sul “Christus Vincit” di Denis Bédard, brano ideale per esaltare le possibilità timbriche dell’organo restaurato.
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Una parentesi lirica di grande intensità con la partecipazione del Tenore del Teatro alla Scala, Maestro Ramtin Ghazavi, accompagnato all’organo da Barbara Berlusconi. La voce di Ghazavi, ha reso omaggio a due pagine amatissime del repertorio sacro, il Panis Angelicus di César Franck, e L’Ave Maria di Schubert, simbolo di dolcezza contemplativa e di bellezza melodica senza tempo.
Finalissimo affidato al Coro Jubilate, diretto dal Maestro Paolo Alli e accompagnato all’organo dal Maestro Costantino Gigi. La proposta è stata un percorso che ha affondato le radici nella polifonia rinascimentale con il Gloria dalla “Missa Brevis” di Palestrina, pagina di sovrana limpidezza, per poi attraversare la spiritualità nordica dell’Ave Maris Stella di Grieg. Contemporaneità con la scelta di Sebastian Modarelli e la sua A Woman Caught in Adultery, un racconto musicale intenso che mette in luce la dimensione più emotiva del testo evangelico. La chiusura affidata a Bach con Ach Herr, lass dein lieb Engelein, tratto dalla Passione secondo Giovanni, è stato un vero gesto di commiato: una preghiera raccolta e dolcissima come a volere accompagnare il pubblico verso un orizzonte di luce pacificante.
Il Maestro Fabio Poretti, direttore artistico del concerto, che ha accompagnato il pubblico nella descrizione di ogni brano proposto, ringraziando anche gli interpreti della serata ha concluso sottolineando: “Grazie al restauro della ditta Mascioni, e al contributo generoso e appassionato di tutti gli interpreti, questa serata non è stata solo un’esecuzione musicale, ma una celebrazione della memoria, dell’arte e della continuità della bellezza. È il suono ritrovato di uno strumento storico che torna a parlare, e con esso tornano a parlare anche le storie, le mani e le voci che negli anni lo hanno custodito. Un patrimonio che oggi, finalmente, rinasce”.
Per coloro i quali non avessero ancora visitato la mostra Una Voce per Legnano, che racconta la storia dell’organo, voce spirituale della città dal 1542 vi è modo di poter scoprire la bellezza del racconto del suo restauro fino al 6 gennaio nella Sala Stemmi di Palazzo Malinverni. A collante della mostra il progetto educativo pensato dalle Scuole di Musica Niccolò Paganini che prevedono visite guidate alla mostra, per permettere agli studenti di scoprire cosa si cela all’interno dello strumento, e una serie di lezioni-concerto suddivise per età, durante le quali l’organo sarà spiegato e fatto ascoltare, offrendo ai più piccoli e ai ragazzi l’occasione di conoscere da vicino un patrimonio unico della città.
Michela Manzotti
foto di Filippo Mairani





